Mary Bryant

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Mary Bryant (Fowey, 1765 – ...) è stata una criminale inglese, divenuta famosa per essere la protagonista di una delle prime evasioni riuscite dalla nascente colonia penale australiana[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Originaria della Cornovaglia, Mary Broad era figlia del pescatore William Broad e di sua moglie Grace Symons Broad. Partì da casa per cercare lavoro a Plymouth, Inghilterra, dove però rimase coinvolta in piccoli furti.[1] Insieme a due complici (Cathrine Fryer e Mary Haysoning) venne arrestata e incriminata da J Nicholls, sindaco di Plymouth, per il furto di una cuffietta di seta, gioielli e pochi spiccioli. Venne condannata a sette anni di deportazione in Australia.[1] Nel maggio del 1787 venne deportata con la Prima Flotta, un convoglio di navi al comando del capitano Arthur Phillip, che aveva il compito di istituire la prima colonia europea in Australia. Mary era a bordo della nave Charlotte.[1]

La Bryant diede alla luce una bambina durante il viaggio, che venne chiamata Charlotte come la nave, e a cui venne dato il cognome Spence, che fa pensare a David Spencer come possibile padre. Quando arrivò in Australia, sposò William Bryant il 10 febbraio 1788, un contrabbandiere, che era stato sulla Charlotte con Mary, e più tardi ebbero un figlio, Emmanuel, nato il 6 maggio 1790.

Anche William Bryant proveniva dalla Cornovaglia, dove aveva lavorato come pescatore. A Sydney Cove, una colonia appena agli inizia, William venne considerato utile, e venne incaricato di sorvegliare le barche da pesca. Dopo che venne scoperto a rubare dei pesci, gli vennero date 100 frustate. Ideò il piano di scappare con Mary, persuadendo un capitano olandese a dargli alcuni strumenti per la navigazione, e attese che tutte le navi che avrebbero potuto seguirlo partissero.

Il 28 marzo 1791, William, Mary, i suoi figli, e sette uomini rubarono un cutter e delle provviste del Governatore Philips. Dopo un viaggio di sessantasei giorni, Mary, i suoi figli e gli otto uomini raggiunsero Kupang, un viaggio di 5000 kilometri. Questo straordinario viaggio divenne parte della sua storia marinara, ed è stato spesso paragonato all'epico viaggio di William Bligh su una barca aperta di solo due anni prima, dopo l'ammutinamento della Bounty. Anche il viaggio di Bligh terminò a Timor.

Timor era sotto il controllo olandese. I Bryants e il loro equipaggio si spaccirono per i sopravvissuti di un naufragio. Vennero poi riconosciuti come detenuti britannici, apparentemente dopo che William si ubriacò e confessò mentre si vantava del viaggio. Per evitare un incidente internazionale, vennero rimandati in Inghilterra per affrontare il processo, viaggiando prima su una nave olandese fino a batavia in compagnia dei sopravvissuti della Pandora, una nave Britannica mandata a catturare gli ammutinati della Bounty, e più tardi dalla Città del Capo con la Royal marines di ritorno da Sydney sulla Gorgon. Durante il viaggio di ritorno William ed entrambi i figli di Mary morirono per la febbre; Emmanuel e William morirono a Batavia alla fine del 1791, mentre Charlotte morì all'ultima tappa del viaggio nel maggio 1792.

Mary si aspettò di essere impiccata o rimandata in Australia. Invece, Mary Bryant venne imprigionata per un anno nella prigione di Newgate, durante il quale seguì una protesta pubblica, parallelamente ad una pubblicazione del famoso scrittore e avvocato James Boswell. Come risultato, Mary venne graziata nel maggio 1793, e più tardi anche i quattro uomini sopravvissuti della sua ciurma vennero graziati. Boswell le assegnò una pensione annua di 10 sterline. La Bryant tornò alla sua famiglia in Cornovaglia e non si seppe più niente di lei.

Opere su Bryant[modifica | modifica wikitesto]

  • Cook, Judith (1993) To Brave Every Danger: the epic life of Mary Bryant of Fowey, highwaywoman and convicted felon, her transportation and amazing escape from Botany Bay. London: Macmillan. ISBN 0-333-57438-9
  • Currey, C. H. The Transportation, Escape and Pardoning of Mary Bryant (née Broad), Sydney: Angus and Robertson, 1963.
  • Erickson, Carolly (2005) The Girl From Botany Bay. Hoboken, NJ.: John Wiley ISBN 0-471-27140-3
  • Hausman, Gerald & Loretta Escape from Botany Bay: the true story of Mary Bryant. New York: Orchard Books, 2003. ISBN 0439403278.
  • Hughes, Robert The Fatal Shore: a history of the transportation of convicts to Australia, 1787-1868. New York: Knopf. ISBN 1-86046-150-6.
  • Kampen, Anthony van (1968) Het leven van Mary Bryant. Bussum: Unieboek NV.
  • King, Jonathan (2004) Mary Bryant: her life and escape from Botany Bay. Pymble, N.S.W.: Simon & Schuster Australia
  • Pearse, Lesley Remember Me. London: Michael Joseph (London: Penguin Books, 2004 ISBN 0-14-100649-8.
  • Pottle, Frederick A. (1938) Boswell and the Girl from Botany Bay. London: Heinemann
  • Scutt, Craig Mary Bryant: The Impossible Escape. Fitzroy, Melbourne, Australia; Black Dog Books, 2007. ISBN 9781921167614.
  • Walker, Mike A Long Way Home. Chichester, Hoboken, NJ: John Wiley, 2005.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Informazioni tratte dal Dizionario biografico australiano
Controllo di autoritàVIAF (EN73737388 · ISNI (EN0000 0000 9807 3048 · LCCN (ENnr94024849 · WorldCat Identities (ENlccn-nr94024849
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